Data | Ora |
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05/03/2025 | Dalle 21 |
06/03/2025 | Dalle 21 |
07/03/2025 | Dalle 21 |
08/03/2025 | Dalle 15.30 |
Dalle 21 | |
09/03/2025 | Dalle 15.30 |
Musiche arrangiate ed eseguite dal vivo: duo “i sordi”
Aiuto regista: Maria Celeste Carobene
durata 1 ora e 45 minuti
Arlecchino cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo ma non ne azzecca una, è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile. È in buona compagnia: al pari di Arlecchino gli altri attori, che come lui sono stati assoldati con misere paghe dall’imprenditore Pantalone, sono debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati.
Sarà un Arlecchino mai visto che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia e dramma in un gran calderone ultra postmoderno che raccoglie pezzi di memoria della storia del teatro. Sul palco un cast di attori capaci di interpretare contemporaneamente più ruoli, passando dalle proteste borbottanti degli attori sottopagati, alle vorticose azioni dei personaggi della commedia che devono rappresentare. Il tutto amalgamato con le musiche, eseguite dal vivo da Matteo e Riccardo Nicolin e una scenografia semovente, semplice e che si lascia andare al gioco infantile, grazie agli stessi attori che si fanno operai macchinisti modificando la scena di continuo, come avvenissero improvvise folate di vento.
Marco Baliani scrive questo Arlecchino su misura per Andrea Pennacchi, attore e a sua volta drammaturgo. Pennacchi inizia la sua carriera a teatro – tra i suoi maestri Eimuntas Nekrosius, Carlos Alsina, Cesar Brie, Laura Curino e Gigi Dall’Aglio –, recita in diversi film tra cui Io sono Li di Andrea Segre, La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati e Suburra diretto da Stefano Sollima e raccoglie grandi consensi anche in televisione: ospite fisso a Propaganda Live su La7, è coprotagonista insieme a Paola Cortellesi della serie Petra per Sky e nel 2023 vince il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per la serie Tutto chiede salvezza di Netflix.
L’Arlecchino che questo spettacolo porta in scena farà sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera. La grande commedia goldoniana, in una forma non prevista dirompente e straniante, che ricostruisce la tradizione dopo averla intelligentemente tradita perché, citando Walter Benjamin, “in ogni epoca bisogna lottare per strappare la tradizione al conformismo che cerca di sopraffarla”.